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MENNITI, COLOMBO

FIVE

Barcode: 8032050016115 / Cat: AFPCD164 / 1 CD / Label: ALFAMUSIC

Quando Colombo mi chiese di redigere le note introduttive a questa sua ultima opera, gli chiesi di darmi del tempo per potere riassumere efficacemente ricordi personali, familiari, brandelli di molte sue performance da me seguite, impressioni derivate dall’ascolto delle sue precedenti opere, e molto altro derivato da un più prossimo contatto fra noi, nel tentativo di evitare qualsiasi filtro mi impedisse di comprendere correttamente FIVE nel contesto del suo percorso e della sua complessiva opera. L’ascolto protratto di FIVE ha messo infine ordine al processo innescato da Colombo con la sua richiesta. FIVE è la trasformazione sonora della fatale attrazione di Colombo per la musica di Bill Evans. Colombo ne rimase affascinato molti anni fa. In quella fase del suo percorso statunitense conobbe ed ebbe modo di frequentare chi con Evans aveva suonato per anni il contrabbasso e la batteria, per poi attrarli nel suo personale Trio quasi a “sostituire” Evans...La profondità dello studio del concetto armonico-melodico di Evans che Colombo ha svolto, lo libera, però, da una superficiale impressione di mera identificazione; ne è testimonianza un suo ormai datato nel tempo ma non nella proposta, “Guitar Method”, che contiene morfologicamente ogni informazione necessaria ad approcciare la musica che nasce sui tasti di un pianoforte, con lo strumento chitarra, imponendo a chi gli si avvicina, un grande sforzo di immaginazione destinato a produrre immagini, idee, concetti mai prima esposti. Già, mai prima esposti. FIVE appartiene al jazz più radicale così come gli appartiene il chitarrismo di Joe Pass allorquando accompagnava in duo la Fitzgerald, introducendo la freschezza, il chiaro senso di diverso, che l’adozione avanzata di soluzioni armonico-ritmiche “Evans-Like” ha comportato. Qui sta l’innovazione che, al di là del mantenersi nel ristretto ambito dell’esecuzione, tracima largamente nella adozione di un fraseggio importante, complesso, consentitemi, difficile, affascinante anche per la scelta timbrica, ma sempre totalmente integrato nell’interplay con le altre fondamentali componenti del Trio. Ho avuto modo anche di apprezzare Andrea Brissa e Francesco Scopelliti per la grande qualità della sintesi raggiunta col loro ex maestro, ora che ne sono ufficialmente comprimari. Difficile è dato ascoltare gruppi così affiatati su un repertorio emotivamente difficile quale quello che Colombo propone in FIVE. Ho avuto sempre grande rispetto per il Colombo uomo e chitarrista, ma questa sua proposta che lo vede prevalentemente nel ruolo di compositore maturo, chitarrista jazz completo, dotato esclusivamente di uno swing esemplare, sapiente strutturatore di timbriche anche esse innovative, me lo rende più difficile da raggiungere concettualmente. Solo il contributo, mi auguro molto largo a causa del valore alto di FIVE, dei molti appassionati di jazz, di chitarra jazz in particolare, che avranno modo di ascoltarlo, di apprezzarlo, di commentarlo, di diffonderne il messaggio a loro volta, potrà, più compiutamente di me, definire il ruolo che Colombo Menniti ormai detiene (la sua discografia mi sorregge nell’affermazione) nel panorama del jazz mondiale. Cesare Bianco

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