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U-MAN TRIO

INFANT SPEECH

Barcode: 8032050014029 / Cat: AFPCD140 / 1 CD / Label: ALFAMUSIC

La felicità dell'invenzione musicale del U-MAN Trio risiede soprattutto nella trasparenza dell'interplay, di quel gioco cioè di rimandi fra i tre strumenti che vide in Bill Evans il pioniere e il più autorevole esponente, e che da allora è una costante imprescindibile dell'intesa tra i componenti del trio piano-contrabbasso-batteria. A tutto questo va aggiunta la capacità veramente invidiabile della creazione melodica, componente non sempre presente nella musica attuale. I temi sono tutti, o quasi, cantabilissimi, senza per questo scivolare nell'ovvio o nel banale, anche per via della perfetta integrazione della melodia con alcune raffinatissime soluzioni ritmiche e armoniche. Il merito principale del disco è proprio la volontà di comunicare, non rinnegando affatto la tradizione ma vivendola come spinta propulsiva per la definizione di un linguaggio più contemporaneo. La sintonia dei tre musicisti è notevole, e non potrebbe essere altrimenti in una formazione che è una delle più difficili da proporre, proprio per i paragoni nobili e conclamati che vengono in mente quando si tratta di un trio così formato. Il risultato a cui arrivano Gaia Possenti, Fabrizio Cecca e Massimo Carrano è del tutto in linea con le migliori prestazioni del panorama jazzistico. I brani del cd presentano per lo più composizioni originali, con l'immissione di due notissimi standard come My Favourite Things e In A Sentimental Mood, di cui conosciamo le versioni storiche di John Coltrane per il primo e dell'autore Duke Ellington, oltre ad una miriade di altri musicisti, per il secondo. La rilettura del primo, in cinque ottavi invece dell'originario tempo ternario, con un riff alla mano sinistra del pianoforte spesso raddoppiato dal contrabbasso, dà al brano un'insolita angolazione scura, lontana dalla solarità dell'originale canzone del musical Sound of Music come da quella radicalmente modale della celebre versione coltraniana. "In A Sentimental Mood" è presentato come un omaggio a Michel Petrucciani. Nella struggente introduzione di Gaia si ritrovano tracce raveliane della Pavane, dedica al grande pianista scomparso, per poi defluire in una swingante esposizione con relativo sviluppo in tempo medio. I brani originali (cinque di Possenti, due di Cecca e uno di Carrano) sono tutti molto centrati nelle loro diverse atmosfere. C'è il tango dalle venature toccanti, la ballad classica, il pezzo jazzisticamente più ortodosso e c'è l'omaggio all'America Latina con spazio al trascinante Massimo Carrano, finora noto come ottimo percussionista, qui notevole anche alla batteria, molto attento alla dimensione timbrica. Fabrizio Cecca costruisce i suoi assoli su una pregevolissima rotondità del suono che gli consente di sfruttare al meglio e con grande sensibilità le risorse melodiche dello strumento, mentre Gaia Possenti usa in modo intelligente i suoi riferimenti stilistici, da Lyle Mays a Brad Mehldau (ma anche per la musicalità a Egberto Gismonti), discostandosene quel tanto che basta per congegnare un suo linguaggio originale, lirico e poetico ma anche pieno di gioco e ironia. In conclusione, Infant Speech è un aristocratico viaggio nella musica che più ci emoziona. Germano Mazzocchetti

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