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LOU DALFIN

W JAN D'L'EIRETTO

Barcode: 8021750815524 / Cat: FY8155 / 1 CD / Label: FELMAY

Da oltre un quarto di secolo vivaci portabandiera della cultura e della musica occitana (e anche in buona misura della loro rinascita), i LOU DALFIN di Sergio Berardo, oltre ad avere davanti ancora un luminoso futuro (come le recenti incisioni I Virasolelhs e Remescla dimostrano), possono vantare altresì una grande quantità di esibizioni e materiale discografico che ne fissano la storia e l’evoluzione e ne precisano lo status di band fondamentale del folk non solo italico. Nati nel 1982 a Caraglio, piccolo centro della Valle Grana in provincia di Cuneo, i LOU DALFIN hanno vissuto una prima fase di rivisitazione alquanto filologica delle tradizioni occitane, affrontando con strumenti esclusivamente acustici un repertorio costituito di brani storici e popolari. Al principio degli anni Novanta il gruppo rinasce dalle sue ceneri con una differente impostazione, optando per un suono che è anche debitore dei “tempi moderni”, proprio perché intende portare il patrimonio occitano anche a chi non è nato nella libera terra d’Occitania. Dell’inizio di quella nuova fase, che continua tutt’ora con le naturali evoluzioni, sono testimonianza tre album che tornano oggi finalmente a disposizione dei tanti aficionados delle musiche di Berardo e soci. Del 1992 è W Jan d’ l’eiretto, che vede in formazione Sergio Berardo (vioulo, semitoun, fifre, galoubet, flauti, musa, arebebo, voce), Diego Origlia (chitarra elettrica ed acustica, voce), Riccardo Serra (batteria, voce), Fabrizio Simondi (tastiere, voce) e Dino Tron (fisarmonica cromatica, semitoun, voce). Nel repertorio si trovano brani tradizionali (tra cui una suite di danze della Val Vermenagna) e tre scottish composti da Berardo. Nel 1995 appare Gibous, Bagase e Bandì con l’ingresso di Enrico Damilano (basso) e Alfredo Piscitelli (chitarre) in formazione. Tra gli ospiti si notano nome di prestigio: Roy Paci (tromba), Rosario Patania (trombone), Pablo Parpaglione (saxofoni), Davide Rossi (violino, violectra) nonché Madaski (voce, campionamenti e programming) il quale firma un brano, Lou Dub, significativo dell’evolversi creativo del gruppo. Anche questa incisione è un riuscito mix fra traditional e composizioni nuove e si segnala per la sequenza di tre rigaudons. A completare il trittico delle ristampe abbiamo Radio Occitania libra (1997), un live registrato in parte al Salone della Musica di Torino del 1996 e in parte all’Auditorium della Radio Svizzera Italiana. Il programma dei brani è tratto dalle due incisioni precedenti ma, grazie alla presenza del gruppo basco Sustraia in appoggio, si realizza quell’unione di minoranze musicali (che poi tali non sono affatto) che è un altro dei principi fondanti dei LOU DALFIN. Per quanto significativamente differenti uno dall’altro, i tre dischi riescono a far affiorare al meglio quell’energia comunicativa che non si può non riconoscere come il tratto fondamentale di un gruppo che ha saputo mantenere elevata l’attenzione verso un patrimonio culturale e musicale che ormai non appartiene più solamente agli abitanti delle valli occitane piemontesi.

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