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TENORES DI BITTI

CAMINOS DE PACHE

Barcode: 8021750808823 / Cat: FY8088 / 1 CD / Label: FELMAY

Il canto polifonico “a tenore” è tipico delle zone agricole in particolare del centro della Sardegna e affonda le sue radici in tempi remoti. Usualmente il leader e il solista (boche) del quartetto si incarica di dettare il verso d’inizio, seguito e “circondato” dalle armonie degli altri componenti (mesa ’oche, contra e bassu) per giungere a creare sonorità di grande fascino. Esse, sul piano dell’intensità, dell’espressività e del calore esecutivo, sono in grado di rivaleggiare con le più celebri musiche per coro internazionali, per esempio quelle provenienti dalla Georgia o dalla Bulgaria. A distanza di quasi vent’anni da Ammentos (1986, Felmay), cui ha fatto seguito Intonos, (Felmay), e un disco per la Real World), i TENORES DI BITTI sono tornati in sala di registrazione non soltanto per celebrare i loro trent’anni di onoratissima attività, ma soprattutto per riaffermare le potenzialità di un’arte che sa trovare al suo interno le capacità per mantenersi viva e contemporaneamente rinnovarsi. Caminos de pache (sentieri di pace), con i suoi testi volti a rispecchiare la speranza nel presente e nel futuro, dimostra infatti di non essere soltanto ancorato a una tradizione millenaria, benché gloriosissima, ma anche in grado di proporre l’attualità in musica. I TENORES DI BITTI, pur con una formazione a metà rinnovata, si riconfermano dunque come il migliore “vocal group” sardo e non solo, a testimonianza della bontà di una “scuola” che nel corso del tempo ha saputo guadagnarsi la stima e l’ammirazione di artisti quali Frank Zappa, Peter Gabriel, Lester Bowie, Ornette Coleman, i quali a più riprese hanno tessuto l’elogio del quartetto o ne sono rimasti talmente affascinati al punto di aver collaborato direttamente con esso. Un altro importante spunto di interesse che traspare da Caminos de pache è dato dalla presenza in un paio di brani di due strumentisti di assoluto valore, quali sono Luigi Lai e Totore Chessa, rispettivamente virtuosi di launeddas e di organetto. È da notare come si tratti della prima volta che i TENORES, su disco, decidono di far interagire le loro inconfondibili voci con sonorità strumentali. Questa scelta, lungi dal rappresentare una rottura della tradizione o un deterioramento di una supposta purezza vocale, permette al contrario di ottenere un efficace effetto di novità e di “spaesamento”, pur all’interno di un quadro generale di assoluto rispetto della tradizione. Caminos de pache, nel riconfermare il quartetto sardo ai suoi massimi livelli non mancherà di suscitare ammirazione e sorpresa in quanti sinora non avevano ancora avuto la fortuna di ascoltare le loro magiche interpretazioni.



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