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ZURZOLO, MARCO

7 E MEZZO

Barcode: 8015948001141 / Cat: SCA114 / 1 CD / Label: EGEA

E’ da tempo che il Jazz italiano cerca la sua personalità. Da “vecchio” appassionato ricordo i nostri pur bravi musicisti alle prese con un Jazz d’imitazione, prontissimi a recepire gli stimoli che arrivavano da oltre oceano, ma timidissimi nel cercare la fantomatica “via italiana al Jazz” che tutti noi auspicavamo. E’ vero che un certo Gato Barbieri aveva approfittato di una celebre colonna sonora per far sentire la sua vena “argentina” in un … ultimo tango a Parigi. Ma si era rimasti lì.
Dopo anni, finalmente, un musicista napoletano, tale Marco Zurzolo, osava con decisione, indicare a noi e ai critici che si poteva intraprendere una via non soltanto italiana, ma addirittura “napoletana”, essendo quest’ultima misteriosamente e abilmente sposabile con il Jazz di oggi.
Oggi Marco Zurzolo è un nome internazionale e – quello che più conta in un mondo dove c’è anche molto …fumo – “internazionalmente” stimato è che sono addirittura i “tecnici” stranieri quelli maggiormente affascinati dalle sue elaborazioni di “pezzi” napoletani, che non sono neanche i più noti o “prevedibili”, in versione jazzistica. E’ una strada che, secondo me lo porterà lontano. Artisticamente s’intende. Fisicamente Zurzolo va già di qua e di là. Buon viaggio.… 

Renzo Arbore

In una lunga notte d’inverno nel 2003...ero da ore impegnato nei più fantasiosi tentativi di padre inesperto per cercare di addormentare mia figlia, nata da pochi giorni, che invece non solo non mostrava alcuna inclinazione al sonno (qualità che ha mantenuto invariata), ma continuava a piangere disperatamente con una energia che raramente ho visto negli adulti!
Così dopo aver fatto veramente di tutto, mi sono seduto al piano e le ho suonato alcune note che a poco a poco sono diventate la sua ninna nanna e finalmente, lei si è addormentata e nello stesso momento nasceva una nuova stagione della mia musica.
Infatti la ninna nanna è divenuto il primo brano di questo nuovo CD, che pur avendo un legame di continuità con il mio lavoro precedente, segna per me una forte svolta. In questo lavoro si respira una nuova aria, è un lavoro più intimista e romantico, sebbene il mio linguaggio e la mia ispirazione abbiano tratto ancora una volta grande energia da Napoli. Forse questa volta in maniera diversa, cogliendone un’essenza sconosciuta, guardandola da un’altra angolazione.
Per questo ho arrangiato i brani per una piccola formazione di cinque elementi e, devo dire che ancora una volta, si è creata con gli amici musicisti che hanno collaborato a questo progetto una grande sinergia artistica che ha prodotto durante le prove e le registrazioni la situazione ideale per la espressione della nostra musica.
Sono inoltre molto felice della preziosa collaborazione di Mark Johnson, Gabriele Mirabassi e Pino Tafuto che hanno colto con grande intensità ciò che le mie note volevano esprimere e che ringrazio molto per la loro disponibilità artistica ed intellettuale.
Ho intitolato questo lavoro con il nome di un gioco di carte perché come giocatori spesso andiamo per la nostra strada concentrati solo sul nostro fine, senza pensare che a volte bisogna sapere aspettare e guardare ciò che accade al mondo attorno a noi. L’ho intitolato con il nome di un gioco di carte napoletane perché Napoli è sempre presente nella mia vita ed, in questo momento in particolare, è emblema di questo atteggiamento. 

Marco Zurzolo

Caro Marco,
Innanzitutto voglio ringraziarti per l’opportunità che mi hai dato di ascoltare in anteprima il tuo album.
L’ho trovato davvero molto bello. Mi sembra una ulteriore e importante manifestazione del tuo talento e dell’incessante ricerca musicale che da sempre ti caratterizzano.
Un album che mi sembra sia intessuto anche da tante cose.
C’è molto di “noi”, molto di Napoli e del Mediterraneo. E, come hai sottolineato nel tuo biglietto, c’è anche una ricerca più esistenziale. E cioè la consapevolezza della fatica di vivere, ma anche, e mi sembra preponderante, la possibilità di conquistare uno sguardo più sereno sulle cose del mondo. Un caro saluto. 

Antonio Bassolino






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