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TRI MUZIKE

PAUSE

Barcode: 0885016816322 / Cat: FY8163 / 1 CD / Label: FELMAY

A sei anni dal precedente Un vegh pes marii (“uno strano pesce marino”, Felmay, 2004), che aveva ottenuto ottimi riscontri di pubblico e critica, i TRI MUZIKE sono di ritorno con Pause, una produzione ricca di spunti e novità. Qualche lieve differenza si registra in primo luogo nell’organico della formazione, adesso composta da Armando Illario (fisarmonica, voce), Massimo Latronico (chitarra), Paola Lombardo (voce), Patrick Novara (clarinetti, oboe, sax soprano, cornamuse), Raffaele Kohler (tromba), Antonio Pani (darbouka, tamburi a cornice, percussioni) e Andrea Quaglia (contrabbasso). Assai variato è invece il repertorio: degli otto brani in scaletta solo Samra (eseguito con l’apporto vocale di Aziz Rihai) appartiene alla tradizione, mentre i restanti sono originali firmati dai TRI MUZIKE con collaborazioni a livello dei testi nel caso di 1942 (Luciano Erba) e Cento mari, cento mani stanche (Valerio Corzani). L’uso diffuso della lingua italiana è la caratteristica saliente di Pause, che sin dal titolo vuole essere un invito a prendersi dei momenti di stacco dalla quotidianità, perché come affermano gli stessi TRI MUZIKE «una pausa è nutrimento per ogni sogno e ogni sogno è linfa vitale». L’elogio alla pausa (e alla rilassatezza che l’accompagna), si esprime attraverso un insieme di suggestioni musicali quanto mai efficaci, dando vita a una world music di grande raffinatezza. Entrando nel dettaglio, l’iniziale Clorofilla è un evidente omaggio a sonorità portoghesi; la successiva Cipolla, quieta ed evocativa, si caratterizza per una melodia piana dall’afflato cantautorale; in 1942 le percussioni saltellanti che aprono il brano sono l’introduzione ad atmosfere balcaniche restituite con estrema eleganza dalla tromba di Kohler e dal clarinetto di Novara; con Lima sorda veniamo immersi nella malinconia delle nebbie padane, poi dissolte da un finale quasi jazzistico; a chiudere, Mon capel (nella quale trovano spazio pregevoli sortite solistiche) e Riff-raffa, ironica e scherzosa presentazione del gruppo giocata su una figurazione ritmica mossa e insistita. In sintesi, Pause segna un’ulteriore conferma delle capacità artistiche dei TRI MUZIKE e ne svela insieme un lato nuovo e originale, foriero di ulteriori sviluppi.

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